A cura di MANUELA ALBANESE
Fotografie di MANUELA ALBANESE
New York, NY, USA
Volevo i colori caldi, il giallo, il rosso e l’arancione.
Volevo le zucche alle porte, i fantasmi alle finestre, volevo la parata sulla 6° strada con il flash mob di apertura sulle note di Zombie di Michael Jackson in apertura.
Volevo Halloween.
Alcune città sono belle sempre, in ogni stagione, in ogni mese, giorno dopo giorno. Pur essendo stata qui altre volte volevo proprio visitarla in autunno. L’obiettivo era assaporare l’essenza della città, andando a cercare le “perle” che ci hanno colpito in anni di film e serie tv. I tanti giorni a disposizione hanno reso possibile entrare in sintonia con la grande mela ed in particolare con alcune realtà che ci sono entrate nel cuore.
Mi sono concessa ben 14 giorni tra ottobre e novembre. Non ho lasciato nulla al caso, ho visitato tutti i musei che amavo, rivedendone alcuni con piacere. Ho trovato una città ancora più accogliente ed inclusiva che in passato. Del resto New York è un mondo a sé, e come dicono in tanti, New York non è l’America.
Qui si fondono centinaia di culture e lingue diverse. Ad ogni angolo di strada è tangibile il melting pot. Sicuramente le tensioni tra tante etnie diverse esistono, ma camminando per le strade di questa città si ha la sensazione di essere “invisibili” nel senso più positivo di questa accezione.
Ma da dove arriva la tradizione di Halloween?
Letteralmente il termine Halloween deriva da All Hallows’ Eve – Notte di Tutti i Santi.
Si ritiene che le sue origini siano in Europa, più precisamente in Scozia, dove sembra che già intorno al 1795 si sia iniziato a usare il termine All Hallows’ Eve. Altri ne fanno risalire l’origine alla festa di Samhain, una sorta di divisione tra il periodo estivo e quello invernale.
Anche il tradizionale Dolcetto o Scherzetto si fa risalire alla festa di Samhain:
Le persone lasciavano in omaggio ai morti cibo sulla tavola per evitare che questi, uniti a fate ed elfi, facessero loro dispetti di ogni genere, da qui il famoso slogan “Dolcetto o scherzetto – trick or treat”
I trasporti a New York sono eccezionali, abbiamo fatto a meno di transfert e taxi, ci siamo mossi unicamente grazie ai mezzi pubblici.
Ho trascorso una domenica a Coney Island camminando tra giostre, mele candite e negozi sulla spiaggia. Siamo stati fortunati, abbiamo trovato giornate autunnali calde e soleggiate, solo la mattina presto e la sera dopo il tramonto l’aria diventava pungente.
Ma il cuore l’ho lasciato a Bushwick. Siamo oltre il fiume, lontani dal fasto di Manhattan. Siamo nel distretto di Brooklyn.
Bushwick si trova nella parte nord di Brooklyn e confina con Williamsburg. A partire dal 2011 il quartiere ha vissuto una rinascita culturale. Proprio grazie alla street art si è trasformato in un museo a cielo aperto. Impossibile non scattare decine di foto.
Sono decorati non solo i muri, ma è anche possibile vedere tanti disegni sui marciapiedi.
Sbirciando in qualche cortile potete anche incappare in qualche vendita di brocanterie e modernariato. Io mi sono innamorata di questo quartiere, culturalmente stimolante, pieno di locali e di arte urbana. Bushwick è un perfetto esempio di recupero del territorio.
Sicuramente è stato un viaggio impegnativo sia economicamente che mentalmente. Due settimane nella grande mela necessitano di una grande organizzazione e di una buona dose di energie perché la media dei km fatti giornalmente si aggirava tra i 16 ed i 18. Se non avessi una lunga lista di posti splendidi da visitare in giro del mondo tornerei con piacere in questa città perché come da nessun altra parte ci si sente stimolati a fare, a creare, a trovare la propria strada in questo pazzo mondo.
Devo essere sincera, non mi aspettavo che una metropoli come questa riuscisse a rapirmi il cuore, ed invece camminare per le strade di New York mi ha fatta sentire viva e curiosa. L’offerta culturale è incredibile, ci sono mostre e musei per ogni gusto. Ci si sente davvero parte di un flusso di energia creativa.
