A cura di RITA RUSSO
fotografie di RITA RUSSO
italia, PATTI – ME
Nel comune di Patti, in provincia di Messina, si trova una delle riserve naturali più suggestive della costa tirrenica siciliana, quella dei Laghetti di Marinello, sita proprio ai piedi del promontorio sul quale si trova il noto Santuario della Madonna nera di Tindari.
la Riserva
Questa riserva, che si estende per circa 400 ettari, istituita dalla Regione Siciliana nel 1998, ha lo scopo di preservare l’integrità di quest’area marina di grande e particolare pregio naturalistico e sottrarla ai processi erosivi. Essa, infatti, costituisce uno dei pochi esempi di ambiente marino salmastro costiero nella Sicilia nord orientale, insieme ai laghetti di Ganzirri (anch’essi in provincia di Messina).
Si tratta di un’area lagunare formatasi per le variazioni della morfologia costiera dovute non solo all’azione del mare e dei corsi d’acqua prossimi all’area, ma anche a fenomeni tettonici. La sua genesi è piuttosto recente. Infatti, secondo l’Istituto Idrografico della Marina, i laghetti che in essa si trovano, a carattere temporaneo o semi permanente, hanno avuto origine tra il 1865 ed il 1895, grazie alla gran quantità di sabbia e ghiaia apportata dai torrenti Timeto ed Elicona, alle particolari condizioni meteo marine locali e ad alcuni fenomeni tettonici che hanno causato un approfondimento del fondale marino in corrispondenza di questo tratto di costa.
I sette laghetti, grandi e piccoli, la cui conformazione e numero è spesso modificata dall’intensità delle mareggiate, sono distanziati da lingue di sabbia e la salinità dell’acqua aumenta in virtù della loro vicinanza al mare.
Gli ambienti che si attraversano visitando la riserva sono, quindi, varii e passano da quelli lacustri salmastri a quelli marini sabbiosi, tipici delle coste basse, insieme a pendii ripidi o a scogliere strapiombanti sul mare caratterizzate anche dalla presenza di numerose cavità naturali.
In ognuno di tali ambienti si instaurano, dunque, gli habitat perfetti per la vita di differenti specie animali e vegetali, anche rare.
La maga della grotta
Ad accrescere il fascino di questo piccolo angolo di paradiso siciliano, è la leggenda che si narra su una delle cavità naturali che si trova su una parete a picco sulle acque del mare e pertanto di difficile accesso, chiamata Grotta di Donna Villa, ricca di stalattiti e stalagmiti. La leggenda racconta, infatti, che la grotta fosse abitata da una maga brutta e deforme, ma che aveva il potere di trasformarsi in una bella fanciulla e di attirare i marinai con il suo canto soave e ammaliatore, rubando tutte le loro monete e accumulando così il suo tesoro che, si narra, sia ancora nascosto nella grotta.