A cura di ADRIANA OBERTO
Fotografie di Adriana Oberto, Claudio Pappalardo
Italia, TORINO – TO
Mercoledì 29 maggio è stato inaugurato il nuovo progetto espositivo, intitolato “La parola dipinta” e curato da Gianluca Ranzi, dedicato alla scrittura e all’arte contemporanea.
La mostra sarà visitabile dal 30 Maggio al 1° Dicembre 2024 presso il Museo Officina della Scrittura in Strada Comunale da Bertolla all’Abbadia di Stura 200, Torino.
LA PAROLA DIPINTA
L’esposizione “La parola dipinta“, curata da Gianluca Ranzi, ha come protagonista Alfredo Rapetti Mogol, famoso paroliere e artista italiano. In questo progetto, Mogol esplora nuovamente il legame tra parola e immagine, un tema che ha sempre caratterizzato la sua variegata attività artistica.
L’artista, mediante una pratica creativa che include pittura, scultura e installazione, e che si è estesa anche alla luce eterea del neon e ai volumi imponenti del cemento, ha sviluppato nel corso degli anni una forma di scrittura figurata, la cui grafia è lineare, tagliente ed essenziale, e gli permette di creare opere meditative in cui diventa fondamentale l’armonia tra gesto e colore.
Sulla superficie delle sue opere, Alfredo Rapetti Mogol riduce lettere e parole a unità elementari che vibrano di vita, cambiando ordine e ricomponendosi.
A volte ricordano il tracciato di un elettrocardiogramma; altre volte hanno un andamento ritmico e sincopato, simile a una musica che può essere suadente, battente o riflessiva come un mantra o un salmo cantato. Si tratta di sonori che spesso fanno parte del suo lavoro di artista visivo. La scrittura dipinta diventa così il tratto elementare di una storia che, partendo dall’esperienza personale dell’artista, si espande per parlare una lingua universale, superando le barriere geografiche e linguistiche. In altre opere le parole sono smontate e poi riannodate; si sfida così la percezione del pubblico, che viene coinvolto attivamente nel processo cognitivo che dà senso e significato a parole inizialmente incomprensibili.
Considerando la storia unica dell’Officina della Scrittura, la sua collezione particolare e il percorso museale sul tema della scrittura, assume un interesse particolare una serie di lavori creati appositamente su carta usata per le prove delle penne stilografiche “Aurora”. Queste opere originali si concentrano sulle scomposizioni alfabetiche elementari.
Il segno-scrittura di Alfredo Rapetti Mogol riesce a parlare la lingua universale delle passioni e dei sentimenti, dando voce anche alle parti più nascoste dell’esistenza.
Così ne parla Gianluca Ranzi nel catalogo della mostra:
“Tracciati, aloni e ombre, dialoghi tra pieni e vuoti, residui di grafemi affioranti, sono tutti elementi che caratterizzano le opere in mostra, evidenziando come l’opera d’arte si carichi di un valore aggiunto opponendosi all’oblio e intrecciando memoria e vita, forme organiche e segni mobili.”
In questo modo la pittura e il segno graffiano le superfici delle opere, lasciando quegli spazi vuoti dove domina l’infinità del bianco più assoluto. Questo è evidente nelle “Lettere Bianche“, di cui uno dei primi esempi è esposto come punto di partenza ideale del percorso della mostra.
In altre opere recenti, la scrittura arriva persino ad auto-cancellarsi; supera i margini, ne scavalca la linea di contorno e si fonde con lo spazio circostante, inglobandolo e assumendo una dimensione ambientale. Queste opere si estendono su supporti eterogenei e non tradizionali che, oltre a carta e tela, includono piombo e tessuto.
Alessandro Bollo, Presidente del Museo Officina della Scrittura, ci dice che
“Alfredo Rapetti Mogol utilizza la scrittura e il segno come forma di arte ibrida al confine tra linguaggio scritto ed espressione artistica visiva. Questa mostra offre quindi l'opportunità di esplorare questa intersezione e di mostrare come l’artista interpreti e reinventi la pratica della scrittura a mano in modo innovativo, creativo e contemporaneo”.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Galleria Ferrero di Ivrea e la storica azienda torinese Aurora Penne.
ALFREDO RAPETTI MOGOL
Nato a Milano nel 1961, Alfredo Rapetti Mogol ha avuto un’educazione artistica influenzata dal contesto familiare, dove la musica, la letteratura e la poesia erano elementi presenti da generazioni. Da giovane è stato introdotto nel mondo artistico milanese dal nonno materno, Alfredo De Pedrini, Presidente dell’Associazione Arti Grafiche. Questo contatto precoce lo ha portato a sviluppare una passione per la pittura, che ha ulteriormente coltivato frequentando la Scuola del Fumetto di Milano e collaborando con il settore editoriale.
Rapetti ha esplorato diverse direzioni pittoriche fino al 1996, anno in cui ha iniziato a lavorare con gli artisti Alessandro Algardi e Mario Arlati nel loro studio, approfondendo ulteriormente la sua ricerca artistica. Durante quegli anni Rapetti ha sentito l’esigenza di unire le sue due grandi passioni: la scrittura e la pittura, concependole come visualizzazioni del processo mentale e psicologico. Attraverso una tecnica particolare chiamata impuntura, ha iniziato a fondere l’atto di dipingere con quello di scrivere, trasferendo le parole non solo sulla carta, ma anche sulle tele.
L’attività espositiva di Rapetti è così cresciuta notevolmente dalla fine degli anni Novanta fino ad oggi. La sua opera, in continuo viaggio tra l’Italia e il resto del mondo, riflette il carattere universale della sua arte.
L'Officina della Scrittura
La vera e propria “Cittadella della Conoscenza“, il museo Officina della Scrittura, è un luogo dedicato al racconto e alla valorizzazione di tutto ciò che è legato alla scrittura e al segno dell’Uomo. Si tratta di un percorso interattivo di 2.500 m2 che narra la nascita e l’evoluzione di una scoperta straordinaria: la comunicazione scritta. Questo percorso spazia dalle prime pitture ed incisioni rupestri fino alle moderne forme di comunicazione digitale, passando per le macchine per scrivere e le iconiche penne stilografiche del XX secolo. La visita al museo si estende anche alla Manifattura Aurora, dove è possibile immergersi nel processo produttivo dell’azienda, visitare i vari reparti di produzione e osservare da vicino le fasi di lavorazione delle storiche penne Aurora. Officina della Scrittura rappresenta un connubio tra museo e fabbrica, tra conoscenza e pratiche operative, offrendo un’esperienza unica che mescola tradizione e tecnologia. Attraverso un percorso interattivo, multisensoriale ed immersivo, il museo è in grado di raccontare, emozionare ed educare il pubblico di ogni età.
Noi avevamo già parlato delle penne Aurora e del museo in questo articolo della nostra rivista.